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1) Dizion. 5° Ed. .
CIVETTA.
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CIVETTA.
Definiz: Sost. femm. Uccello rapace e notturno, con occhi gialli, becco grosso e adunco, e con le penne di color cenerino macchiate di bianco, del quale ci serviamo per l'uccellagione: ed è la strix noctua de' Naturalisti.
In greco κικκαβή, Civetta; in lat. cicuma, Nottola; in franc. chouette, e anticamente choue, Civetta, e chouc, ora choucas, una Specie di piccola cornacchia; in spagnuolo, chova, Gazza: voci tutte d'origine onomatopeica, come presso di noi chiù, dal quale non è improbabile che con lieve modificazione sia derivata civetta, che in qualche dialetto toscano dicesi ciuetta. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 513: Veggendo gli altri uccelli intorno volare al gufo e alla civetta.
Esempio: Poliz. Rim. C. 18: L'ardito Iulio, al giorno ancora acerbo, Allor ch'al tufo torna la civetta, ec.
Esempio: Cant. Carn. 2, 327: Chi non vuole uccellando aver vergogna, Tenga civetta accorta, Che sappia giocolar.
Esempio: Cecch. Spirit. 3, 2: Tu sai che la civetta Si serba e pasce per pigliar delli altri Uccelli.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 22: Nuovo aiuto Aver non può, se come le civette, Non si pone a mangiar lucertoloni, Che v'erano in quel bosco a milioni.
Esempio: Not. Malm. 2, 701: Si dicono accivettati [gli uccelletti] quando, avendo altre volte veduta la civetta, sono divenuti cauti, e non si lasciano lusingare a volarle attorno, come fanno quelli che non l'hanno mai più veduta.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. Ital. 2, 214: Vo io pensando, aver noi un uccello dal suono della voce appellato ciù, e che ne venisse ciu-etta, che poi si convertisse in civetta: quasichè civetta fosse la femmina e ciù il maschio, benchè sieno uccelli di diversa specie. Franco Sacchetti toscano la chiamò ciovetta. I Milanesi dicono ciguetta.
Esempio: Panant. Civett. 15: Io me ne gìa coi tre panioni fuora, Con la civetta sulla gabbia, sciolta.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Red. Son. 29: Già la civetta preparata e il fischio Amore aveva.
Esempio: Soldan. Sat. 49: Già la civetta ho provveduta e 'l fischio.
Definiz: § II. Figuratam., Civetta dicesi di Donna, e più spesso di Fanciulla, che con un contegno leggiero e artifizioso si studii di piacere agli uomini e di allettarli a sè. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 307: Se.... Ell'era una civetta, io so certissimo Che e' non l'arebbe tolta.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 22: La dama accivettata, anzi civetta, Lo burla.
Esempio: Not. Malm. 2, 701: Si dice civetta a una giovane troppo ardita nel trattar con gli uomini; quasi faccia con essi come la civetta con gli uccelletti, che cerca co' suoi gesti di tirargli a sè.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 12, 70: Ti pare egli ora, spennata civetta, Di tor l'amante a vaga giovinetta?
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 548: Quelle che i Francesi chiamano coquettes, e noi frasche dalla vanità e leggerezza loro, le addimandiamo anche civette dallo allettare co' loro movimenti e gesti gli amadori, quasi semplici augelletti ed incauti.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 431: Costui sa di zerbini e di civette, Stizze, paci ed accordi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 7: Lo specchio parea delle ragazze, Ma poi m'è diventata una civetta.
Esempio: E Panant. Civett. 7: Se talora, volgendo il vago viso, Fa scintillar leggiadra giovinetta Un vivo sguardo, un tenero sorriso, Dicono le linguacce, È una civetta.
Definiz: § III. Pur figuratam. trovasi detto ad Uomo, per Persona leggiera e volubile, non ferma in un proposito. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 198: Avvertisci, Che avendoti io dato avviamento, E facendoti aver moglie e una dote, Di quella qualità, che tu non sia Una civetta, o facci come l'asino Che ha mangiato la biada.
Definiz: § IV. Becco di civetta. –
V. Becco, § VI.
Definiz: § V. Naso di civetta, dicesi di Naso grosso lungo, e adunco, come il becco della civetta. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 54: Zanne ha di porco, e naso di civetta.
Esempio: Not. Malm. 2, 585: Naso di civetta,... cioè naso aquilino, che ha la punta torta in verso la bocca, e pare che vi coli dentro.
Definiz: § VI. Occhi di civetta, dicesi di Occhi giallognoli, simili a quelli della civetta.
Definiz: § VII. Per similit., Occhi di civetta, e in ischerzo talvolta Occhiacci di civetta, diconsi, in modo familiare, ma alquanto basso, le Monete d'oro. –
Esempio: Cecch. Spirit. 3, 2: E da quell'altro?... A. Venticinque Occhiacci di civetta. S. E dalla giovane? A. Rigaglie per altanto.
Esempio: E Cecch. Esalt. 4, 5: E' doverrà Dar lor la mancia. P. E' l'ha già data loro; Quattro occhi di civetta a ciascheduno.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 42: Poi dopo un ordinato spartimento Di crazie, soldi e più danar minuti, Sonvi i quattrini, piccioli e i battuti. Poi ne venivan gli occhi di civette; Ma il proseguir più oltre fu interrotto.
Esempio: Not. Malm. 2, 857: Occhi di civetta. Intende le monete d'oro, come il doblone,... la doppia,... la mezza doppia ec.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 136: Un gocciola Ed un snocciola; Noi gli occhi di civetta, e voi l'occhiate.
Definiz: § VIII. Giuoco della civetta, ed anche assolutam. Civetta, dicesi Una sorta di giuoco di pegno: onde la maniera Fare a civetta o Giocare a civetta, che vale Eseguire tal giuoco. –
Esempio: Not. Malm. 1, 181: Giuoco di Civetta.... da' giovanotti si fa in questa maniera. S'accordano tre; ed uno di loro, al quale è toccato in sorte, si pone in mezzo agli altri due, i quali s'ingegnano di cavargli il berrettino di testa colle percosse della mano; e quando egli tocca terra colle mani, non può essere percosso: e però ora alzandosi ora abbassandosi, tira, quand'all'uno e quand'all'altro, di gran mostaccioni. Dura il giuoco fintantochè da uno delli due gli sia fatta cascare con un colpo la berretta dalla testa: chè allora perde il premio proposto, e lo vince colui che gliel'ha fatta cascare; il quale (seguitandosi il giuoco) va nel mezzo in luogo del primo. Tal giuoco si fa a tempo di suono; e piglia il nome dalla civetta uccello, che per buscare il vitto, scherza con gli uccelletti, alzando ed abbassando la testa, come appunto fa colui che sta nel mezzo.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 34: Altri fanno a civetta, altri alla lotta; Chi dice indovinelli e chi novelle.
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 7: Comunque io sia più alto una mezzetta, Vo' far anch'io d'amor alla civetta (qui in locuz. figur.).
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 578: Vo' far anch'io d'amor alla civetta. Il giuoco della civetta, dove quello che sta nel mezzo, mettendosi la mano alla testa, sembra che si pari il sole, e si faccia il solecchio, rappresenta l'antica saltazione detta σκιὸψ, il quale è un uccello del genere delle civette.
Esempio: Fag. Rim. 2, 121: E cavò Da essa un giuoco, il quale dura un pezzo. Far a civetta questo nominò.
Definiz: § IX. Andare a civetta, vale Andare alla caccia de' pettirossi con la civetta e co' panioni.
Definiz: § X. Far civetta, usasi in modo familiare per Abbassare prontamente il capo a fine di evitare un colpo. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 41: Ma quei, ch'è furbo, a un tempo fa civetta, E aggiusta lui, dicendo: assaggia questa.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 6, 14: Ma fece quei civetta, e la stoccata Fe lieve danno alla parrucca sola.
Esempio: Fag. Rim. 2, 127: Quand'uno scorge un colpo che l'investe, Fa civetta, e lo scansa: chè altrimenti Resterebbe acconciato per le feste.
Definiz: § XI. In ischerzo, vale anche Piegare ripetutamente il capo in atto di riverenza. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 220: Quegli atti così flebili e divoti, Quel far civetta ad ogni tabernacolo, Quel fermarsi agli altari come i boti (voti).
Definiz: § XII. Fare a civetta, ed anche Far civetta, con alcuno, trovasi in ischerzo per Civettare, Amoreggiare con esso. –
Esempio: Red. Lett. 3, 196: Certi filosofastri.... nello scartabellar certi lor quadernacci.... han ritrovato, che la luna, guardiana dell'ostriche e dell'arselle, per non so qual presa gelosia, non vuol più fare a civetta con la terra.
Esempio: Bellin. Bucch. 41: Vener che la sera e la mattina Intorno al Sole sta a far civetta.
Definiz: § XIII. Fare alla civetta o Giocare alla civetta, vale Ritirarsi, Causarsi, con prestezza, a fine di evitare qualche colpo: oggi comunemente Far civetta. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 4, 36: E disse: Tu facesti alla civetta, E venisti assaltarmi co' serpenti.
Esempio: Bern. Orl. 66, 12: Assaltolla più volte Daniforte; Ma come la donzella a lui voltava, Fugge e sguizza il Pagano, e non aspetta; Poi torna e gira e gioca alla civetta.
Definiz: § XIV. Far la civetta, che anche si disse Fare alla civetta, vale Spiare furtivamente, o anche Guardare con ansietà, volgendo in qua e in là il capo, o alzandolo ed abbassandolo, come fa la civetta: ma è maniera oggi non molto comune. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 24, 41: Non ti vid'io parlar con Bianciardino Nell'orto, e in qua e in là far la civetta?
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 304: Il vecchio gli ha veduti, e la civetta Faceva,... Andando in qua e in là sotto il frascato, Credendo aver pur costor impaniato.
Esempio: Bern. Orl. 3, 62: Come impazïente e disperato, Guardando or giù or su, fa la civetta.
Esempio: E Bern. Orl. 15, 24: Trova Saritrone, Ch'al suon della percossa maladetta Cercando intorno andava d'un cantone, E facea con la testa la civetta.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 105: Bisogna ch'io la cavi, e ch'io la metta [la berretta], E che contro mia voglia ad ogni passo Faccia con questo e quello alla civetta.
Esempio: Varch. Ercol. 69: Nacque il verbo Civettare non solo per uccellare, ma in quel proprio significato che i Greci dicono παρακύπτειν, cioè Fare alla Civetta, cavando ora il capo dalla finestra, e ora ritirandolo dentro.
Esempio: Cecch. Dot. 5, 2: Dove sarà Filippo? M. E' può star poco A dar volta di qua, Io ne guardava, Chè e' mi par sempre vederlo sboccare Da un di questi canti. I. Oh io intendo adesso Per quel che in mentre che tu m'hai parlato Tu hai fatto sempre la civetta.
Definiz: § XV. Toccare a civetta alcuno, si disse per Dargli molte busse, Percuoterlo malamente; presa la maniera dal giuoco della Civetta. –
Esempio: Pitt. I. Apolog. Cappucc. 351 var.: E' parla molto magnificamente, in questo luogo, de' cappucci, se bene altrove li tocca a civetta molto bene (qui figuratam.).
Esempio: Salv. Granch. 2, 4: Fa' tuo conto Che io t'avrò a toccare a civetta.
Esempio: Cecch. Esalt. 4, 6: Mutando Registro, cominciò a sonarlo; e se Certi prigion non entravan di mezzo, E' lo toccava a civetta.
Definiz: § XVI. Uccellare a civetta, si usò figuratam. per Dir cose da meritarne biasimo, riprensione, o averne danni. –
Esempio: Varch. Ercol. 116: Uccella a civetta, cioè si va colle parole procacciando ch'altri debba ripigliarlo.
Definiz: § XVII. Far come la civetta; e più compiutamente, Far come la civetta, tutto mio: è maniera proverbiale che dicesi di persona, la quale con prepotenza voglia appropriarsi anche ciò che non le toccherebbe. Maniera presa dal canto della civetta, che pare dica: Tutto mio, tutto mio.
Definiz: § XVIII. Far come le civette; dicesi in modo familiare e scherzevole di persona, la quale nei pasti soglia bevere poco o punto; tolta la maniera dal costume che la civetta ha di non bevere.
Definiz: § XIX. Impaniare la civetta; dicesi proverbialmente del Riuscire a ingannare, imbrogliare, persona accorta e avvezza essa a ingannare altrui. E Impaniarsi la civetta, vale Rimanere un furbo, un astuto, colto a un inganno. –
Esempio: Dat. Vegl. 212: Vi fu chi disse che talora anche le civette s'impaniano.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 68: Guardiam, se la civetta Si venisse a impaniar.
Esempio: Fag. Rim. 2, 127: Per prova ecco il proverbio ve ne porto: Impanian anche le civette, ideste Talor gabbato resta anche l'accorto.
Definiz: § XX. Le civette vi cacano, o ci cacano, i mantelli; è maniera proverbiale, ma bassa, che usasi ironicamente a proposito di paese, del quale altri esageri l'abbondanza, la ricchezza e simili. –
Esempio: Sassett. Lett. 336: Mi pare che sia venuta meno quell'usanza che le vigne ci si legassero con le salsicce, o che pure le civette ci cacassero mantelli, come di Calicut già si diceva.
Esempio: Red. Lett. 1, 189: Quei medicastroni, che più degli altri son creduli, e che in Cuccagna hanno per verità infallibile, Che le civette cachino i mantelli.
Esempio: Fag. Rim. 2, 120: Anzi, perchè il burlar non si sparagna, Fu detto ch'elle [le civette] cacano i mantelli Nel celebre paese di Cuccagna.
Definiz: § XXI. Parer preso a civetta, dicesi proverbialmente di Chi sia meschino di persona, e un po' goffo o impicciato ne' modi.
Definiz: § XXII. Portar civette, o le civette, a Atene; è maniera proverbiale, che significa Portar cosa in luogo dove n'è grand'abbondanza. Più comunemente Portar nottole ad Atene. –
Esempio: Fag. Rim. 2, 120: Onde il proverbio dopo nato n'è, Che quando si dà il caso ch'un promette Di dar qualcosa a chi n'ha più di sè, Si dice: Porta a Atene le civette; Che noi diremmo, i cavoli a Legnaia.
Definiz: § XXIII. Schiacciare il capo alla civetta; maniera proverbiale, che significa Togliersi, per ingordigia d'un guadagno presente, il modo di procacciarsene altri, e maggiori, per l'avvenire. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 172: Se tu vuoi ch'egli mi presti Fede,... vedi Ch'io muti e' panni; io non me n'andrò, no, Con essi; ch'io non uso di stiacciare Il capo alla civetta per sì poco.